
Di origini fenicie, visse a Mileto e fu il fondatore della scuola di pensiero che ricerca le cause (αιτιαι) e il principio (αρχη) da cui provengono tutte le cose. Per primo colse, al di là della diversità e della molteplicità delle cose, l’esistenza di un elemento unitario che egli identificò nell’acqua.
Per sapere qualcosa di Talete è necessario rifarsi ad altri, poiché di sua mano non ci è pervenuto nulla. Sappiamo che fu contemporaneo di Solone e degli altri intellettuali che, con lui, formarono il canone dei “sette sapienti” la sapienza dei quali si esprimeva in brevi massime:
– Morali ⇒ Direttiva universale: “conosci te stesso”
– Prudenziali ⇒ Situazioni particolari: “facile è dare suggerimenti a un altro”
– Paraenigmi ⇒ Indovinelli: “È nato prima il dì o la notte?” “La notte un dì prima”
Gli viene attribuita anche l’affermazione “tutto è pieno di déi”, probabilmente voleva opporsi all’idea mitica degli dei antropomorfi e dire che la divinità non sta in un luogo, ancor meno in una sorta di “superuomo”, ma in tutto.
Platone tramanda un’immagine di T. un po’ svampita: racconta che il milesio, intento a osservare le stelle, cadde in un pozzo ed una servetta tracia, accortasi dell’accaduto, lo derise, dicendogli che era così assorto nelle cose celesti da non curarsi delle terrene.
Aristotele, invece racconta un altro aneddoto: un conoscente accusava T. di essere povero e di non saper usare la propria sapienza per arricchirsi. In tutta risposta, T., grazie alle sue conoscenze meteorologiche, riuscì già in inverno a prevedere una stagione ottima per il raccolto di olive, facendo incetta su tutti i frantoi disponibili per poi subaffittarli a prezzo maggiore. In questo modo ricavò cospicui guadagni, mettendo a tacere le malelingue.
Oltre ad essere un sapiente T. fu un:
- Politico: consigliò ai greci della Ionia di unirsi in un’unica realtà statale contro la minaccia Persiana e dissuase i milesi dall’alleanza con Creso, re di Lidia, prevedendone la sconfitta.
- Astronomo: predisse l’eclissi solare del 28 maggio 585 a.C., che avrebbe impressionato così tanto i Medi e i Lidi, in guerra tra loro, da cessare di combattere. Scoprì i solstizi, l’Orsa Minore e molto altro ancora.
- Matematico: teorizzò che il cerchio è dimezzato dal diametro, sovrapponendo le due metà; inventò un teorema, che recita: quando due rette si tagliano fra di loro gli angoli opposti al vertice sono uguali; usò la teoria delle ombre per misurare l’altezza della piramide di Cheope e per farlo si è servito di un bastone rigido di modesta altezza.
Fissandolo verticalmente nella sabbia, aspettò che la sua ombra assumesse la stessa lunghezza del bastone; quindi misurò l’ombra proiettata dalla piramide e, aggiungendo a questa metà la misura della lunghezza del lato di base, ne ottenne l’altezza.
- Ingegnere: Progettò e realizzò un canale per deviare un fiume dal suo corso e farlo rientrare più avanti nel suo alveo. Tale espediente avrebbe permesso all’esercito di Creso, in guerra contro il persiano Ciro il Grande, di attraversare il fiume Halys.
- Fisico: Scoprì la forza di attrazione della pietra magnesia. Chiamò la forza “anima”
Aristotele attribuisce a T. l’identificazione nell’elemento umido del principio di tutte le cose, perché:
- dall’esame sensoriale dei fenomeni rileva che ciò che è umido costituisce l’alimento necessario dei viventi.
- l’umido è il substrato che sorregge la Terra. Da ciò trae una singolare concezione del cosmo, in cui la Terra poggia sull’acqua. Su questa base spiega l’origine di terremoti e inondazioni.
- pur mantenendo inalterate le sue proprietà, l’acqua può assumere varie forme: liquida, solida e aeriforme.
- l’acqua è dotata di “mobilità, forza e vita”, perché scorre nei fiumi, trascina nei torrenti e batte nelle onde.
Hegel ritiene che al principio di T. vanno riconosciuti due meriti:
- la capacità di astrarre e concepire la natura come un essere sensibile semplice;
- l’aver posto l’acqua come un concetto infinito.
L’acqua è da intendersi come principio astratto più che come materia fisica. Essa si presenta quale principio unico ed eterno, che assicura il formarsi e il persistere di ogni forma vivente: se così non fosse la vita si esaurirebbe.
Nella tradizione mitica l’acqua era importante, perché mari e fiumi favorivano l’agricoltura, i commerci, i trasporti e le comunicazioni. Inoltre Oceano e Teti erano considerati i progenitori del mondo. Talete va oltre perché, non identificando l’acqua con la divinità, spiega i fenomeni iuxta propria principia, ovvero secondo i principi della natura stessa. Cerca di spiegare il Tutto, non mettendo insieme alcune osservazioni particolari, ma utilizzandole per una spiegazione generale e fisica, in quanto individua la dimensione dell’immutabile e del permanente al di là della realtà delle cose, la quale invece muta continuamente, assumendo forme sempre diverse.
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Fonti:
Aristotele, Metafisica, Libro I, 983 b; Politica I, 11 1259 a5-18; DK 11 A10
Callimaco, Giambi
D. Laerzio, Vite dei filosofi, Libro I
Erodoto, Storie 1.74
G.W.F. HEGEL, Vorlesungen über die Geschichte der Philosophie, p. 205, 1833.
Platone, Protagora 343 a-b; Repubblica 600 a DK 11 A3; Teeteto, 174 a-174 c DK 11 A9
Proclo, Commento al libro I degli Elementi di Euclide
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